01 luglio 2009

UN COMITATO POPOLARE CONTRO LA "FONDERIA SAPA" A FELTRE

Un comitato apartitico, costituito da cittadini e appoggiato dalle associazioni a tutela dell’ambiente. Sarà questa la probabile mossa in programma nelle prossime settimane per affrontare la vicenda della nuova fonderia che la Sapa vuole installare nel suo stabilimento di Feltre. L’installazione del nuovo impianto compoterebbe una produzione più che tripla rispetto all’attuale. La fonderia che potrebbe lavorare 36 mila tonnellate all’anno sta suscitando preoccupazioni malgrado la Sapa abbia spiegato che rispetto all’impianto in funzione ci sarà un notevole abbattimento degli inquinanti. Della cosa si sta occupando anche Carlo D’Alberto, un feltrino che da anni opera nel settore dell’industria, e che ha visionato la documentazione che Sapa ha depositato in Comune relativamente al nuovo impianto. L’ingegner D’Alberto è convinto che la nuova fonderia non possa essere realizzata a Feltre per mille motivi e vista la mancanza di riscontri da parte delle istituzioni è intenzionato, una volta superato il clima elettorale, a dare vista ad un comitato popolare per avviare una raccolta di firme, coinvolgendo anche il Wwf. «Si discute di come attenuare l’impatto sulla città dell’Altanon», spiega Carlo D’Alberto, «e non si guarda a una fonderia che avrà ripercussioni non solo a livello di impatto visivo a causa dei tre camini altissimi, ma anche per ciò che riguarda la salute dei feltrini. Basti pensare che per fare funzionare una fonderia come quella che la Sappa ha in programma di installare a Feltre servono cinque milioni di metri cubi di gas metano, più o meno la stessa quantità consumata da tutte le utenze private della città. E tutto questo a ridosso del centro». Sapa ha già portato all’interno dello stabilimento i forni di preriscaldamento. L’azienda parla di fonderia realizzata con la migliore tecnologia possibile. D’Alberto guarda comunque con preoccupazione all’ipotesi di un impianto che funzioni a ciclo continuo per tutto l’anno: «Finora la Sapa di Feltre ha fuso solo gli scarti della propria lavorazione produzione, mentre con il nuovo impianto dovrà reperirne sul mercato per raggiungere il potenziale di 36.0000 tonnellate. La qualità di questo materiale sarà sicura? E poi rifornire una fonderia di queste dimensioni significa avere dai dieci ai quindici Tir al giorno in più che varcano la soglia dello stabilimento con un aggravio del traffico pesante. Nessuna relazione ne fa cenno». Secondo Carlo D’Alberto serve creare un movimento di cittadini che possa opporsi a questo disergno: «A Bolzano hanno bocciato l’idea della fonderia, a Fonzaso è stato stoppato il progetto della Forgialluminio, Longarone si è opposta alla Metalba. Non vorrei che proprio Feltre, che ha già tanti problemi a causa dello scarso ricambio d’aria desse il via libera. Oltre alla qualità va considerata anche la quantità di fumi che ristagnerebbero nella conca. Infine ricordo che l’Area Sapa dovrebbe essere destinata ad uso tecnologico e al terziario avanziato. Con la fonderia si farebbero molti passi indietro». D’Alberto è determinato ad andare avanti e a dare vita a un comitato: «Le istituzioni tentennano. A questo punto occorre muoversi prima che sia tardi. Servirà costituire un comitato dal quale la politica deve restare fuori. L’intenzione è di coinvolgere il Wwf. Poi partirà subito una raccolta di firme. Non credo che pochi posti di lavoro in più giustifichino un impianto di questo genere».

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